L’importanza della protezione solare

L’estate è ormai alle porte (o così si spera!) e, se vogliamo prevenire l’invecchiamento della pelle,  dobbiamo proteggerla dai raggi ultravioletti e, contrariamente a quanto si pensa, i raggi del sole non vengono assorbiti soltanto nella bella stagione. Infatti, solo il 48% dei raggi UV colpisce la nostra pelle nelle stagioni calde, mentre il restante 52% lo fa nel resto dell’anno.

Per quanto nei mesi estivi sia comunque necessario un occhio di riguardo, è sbagliato credere di dover iper-proteggere la pelle solo in spiaggia e lasciarla in balia degli elementi in tutte le altre stagioni, perché è qui che entra in gioco il cosiddetto “fotoinvecchiamento”, ovvero un tipo d’invecchiamento della pelle non legato all’età, ma all’esposizione ai raggi UV, siano essi naturali o artificiali.

Viso e mani sono le parti del corpo che più vanno protette perché maggiormente esposte: la pelle del viso infatti, approssimativamente, riceverebbe il 25% dell’irradiazione totale annua rispetto al resto del corpo.
Per correre ai ripari prima della comparsa di rughe e altri inestetismi bisogna tenere conto di alcune regole base per proteggere il viso dagli agenti esterni.

Ma come districarsi nella giungla estiva dei filtri solari?

Con il buon senso e un po’ di informazione, innanzitutto: così come il sole, di per sé, è un prezioso alleato della salute, anche le creme solari sono uno strumento estremamente utile, purché si sappia cosa scegliere e come usarle.

REGOLA N. 1

La prima regola è che da un prodotto solare, anche il migliore, non ci si può aspettare l’impossibile! Nessuna crema può proteggerci al 100% dalle radiazioni ultraviolette e dai danni che possono arrecare a chi esagera. Restano fondamentali le regole che siamo sempre sentiti ripetere da piccoli: stare all’ombra nelle ore più calde, usare anche cappelloocchiali e altri capi d’abbigliamento.

REGOLA N. 2

Leggere le etichette. Da alcuni anni in Europa la normativa è estremamente rigorosa. Sono sparite le diciture fuorvianti, come il vecchio “schermo totale”, così come waterproof, al massimo può essere water resistant. Sono state introdotte scale standard per indicare i filtri solari, in modo che il consumatore possa finalmente confrontare prodotti diversi senza perdersi in numeri e sigle sconosciute. Ecco i principali elementi da tenere d’occhio.

SPF O FATTORE DI PROTEZIONE SOLARE

SPF è l’indicatore più conosciuto dell’efficacia di uno schermo solare. Esprime il livello di protezione dai raggi UVB (sempre radiazioni ultraviolette, come gli UVA, ma a diverse lunghezze d’onda). Gli UVB sono i responsabili di eritemi, ustioni, scottature. La scala è una sola a livello internazionale, il che semplifica la vita a tutti.

Per evitare numeri che avevano più uno scopo commerciale che sanitario, è stato posto un limite massimo di protezione a 50. Le categorie standardizzate sono quattro: protezione bassa (da 6 a 10), media (15-25), alta(30-50), molto alta (50+). In realtà al di sotto dell’8, neanche si dovrebbe parlare di protezione. In questo gli Stati Uniti sono più chiari col consumatore, poiché le creme con SPF inferiore a 15 non possono avere la dicitura “protegge dai raggi UV”.

PROTEZIONE UVA

Sono le radiazioni UVA che penetrano più in profondità nella pelle e che a lungo sono state sottovalutate e che provocano invecchiamento cutaneo, rughe, macchie. Ecco perché per gli esperti è oggi imperativo proteggersi anche dagli UVA.

I prodotti solari devono avere una protezione ad ampio spettro, contro UVA e UVB. In Europa la normativa prevede che un buon filtro solare debba offrire una protezione anti UVA pari a 1/3 di quella UVB. Quindi se una crema ha un SPF uguale a 30, deve avere una protezione anti UVA almeno pari a 10.

FOTOTIPO

Ogni tipologia di pelle richiede un fattore protettivo adeguato. Occhi, incarnato e capelli, che costituiscono il cosidetto fototipo, possono dirci molto su quanto siamo fragili o resistenti di fronte all’esposizione solare. Mentre i tipi chiarirossi o biondi, che si scottano facilmente devono sempre applicare una crema a protezione alta o estrema, un fototipo 4, un tipo mediterraneo, può scendere a un fattore 15 dopo una settimana. La protezione contro gli UVA, invece, deve sempre restare alta.

BAMBINI

Per i più piccoli va evitata l’esposizione solare diretta e, fino a 3 anni è consigliabile evitare le ore più calde dalle 11 alle 16 e usare sempre maglietta, occhiali e cappellino, specie per i fototipo più chiari. In ogni caso è imperativo evitare le scottature.

Per i prodotti solari, è importante che siano resistenti all’acqua (dopo il bagno in acqua vanno riapplicati), a protezione molto alta con SPF oltre 40, emollienti e con un’ottima tollerabilità.

CONSERVAZIONE DELLE CREME

Guardare la data di scadenza non basta. Le creme solari non vanno mai usate dopo più di un anno dall’apertura. E’ importante considerare anche la fotostabilità del prodotto, ovvero la capacità della crema di rimanere attiva sulla pelle anche sotto l’azione della luce solare.

Come rilevarla? Non è obbligatorio, ma alcune aziende indicano questo fattore sull’etichetta. La crema va riapplicata ogni 2 o 3 ore e ogni volta che ci si bagna, senza dimenticare che gli UV non si lasciano fermare del tutto dall’ombrellone né dal cielo nuvoloso.

Spero vivamente di esservi stata utile su questo argomento che è davvero molto importante per la protezione della nostra pelle e di quella dei nostri bambini.

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